mercoledì 14 dicembre 2011

Non esistono sfruttatori buoni


Ieri un ragazzo di vent'anni moriva sepolto da tonnellate di ferro per una paga di sei euro e cinquanta all'ora, mentre sette dei suoi colleghi rimanevano feriti, uno sta subendo un intervento.

Ho lavorato nel mondo dei concerti per anni e parlo con cognizione di causa quando dico che ciò che è succeso ieri, ammesso e non concesso che sia stata una tragedia inevitabile, di certo non si è sviluppata in questo clima idilliaco che ci viene propinato dai comunicati dell'entourage e di Cherubini. Chiaramente non ero lì e non posso conoscere le dinamiche nello specifico, ma allo stesso tempo conosco bene l'andazzo in quello che Jovanotti definisce sul suo sito " un settore serio dove non c'è approssimazione e improvvisazione" e ancora dove "c'è totale rispetto delle leggi e delle persone" , la mia esperienza è molto diversa, io ho lavorato molto spesso circondato da pressappochismo e scarsissimo rispetto per la mia figura professionale, quella del facchino, che poi era la stessa del povero Francesco.
Per quanto riguarda il rispetto delle leggi mi viene da ridere, solo a livello contrattuale almeno meta del mio stipendio era in nero, ho lavorato anche 16 ore consegutive e buona parte dei lavoratori che mi circondavano erano migranti, e penso che fra di loro il contratto regolare era una chimera.
Le problematiche che mi spinsero ad abbandonare quel lavoro quasi del tutto, oltre ai problemi di salario comuni a molte altre categorie, erano proprio legate alla sicurezza. Un incidente simile a quello di Trieste mi ha coinvolto in prima persona, la fortuna fu per me e i miei colleghi quella di riuscire ad allontarci dal palco per tempo. Assieme a questa assistei anche ad altre possibili tragedie, alcune delle quali rimaste taciute per il semplice fatto che non ci scappò il morto.
Ho amato quel lavoro, ma bisogna tener presente che a meno che non si riesca a fare carriera e migliorare la propria situazione presenta tante difficoltà ed è un lavoro pesante anche in situazione ottimale. Ma organizatori che agitando lo spauracchio della crisi continuo ad abbassare i costi e i salari, non aiutano di certo . Noleggiare materiale più vecchio per spendere meno, non può che peggiorare il livello delle condizioni lavorative.

Ora non voglio dire che l'artista sia direttamente responsabile, non sta a lui controllare, ma trovo offensivo che ci venga descritta una situazione non veritiera per non mettere in pericolo la propria fama di artista "impegnato".
Tutte le problematiche da me spiegate ( e non sono di certo tutte ) risultano facilmente analizabili anche dopo due giorni di lavoro, figurati lungo tutta una tournee. Se questo non è stato fatto che non ci venga raccontato il contrario e soprattutto che non si spenda neanche mezza parola che possa anche se indirettamente allontanare la responsabilità da chi ha permesso che una tragedia simile accadesse.


è ora di finirla di nascondere gli sfruttatori siano essi in Africa o a Trieste.

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