sabato 24 settembre 2011

Harry Potter e il Figlio Del Cimitero

Due righe sull'ultima opera di Neil Gaiman

Un neonato sopravvive all'omicidio della sua famiglia.
Salvato dagli abitanti fantastici di un cimitero crescerà
fra di loro fino all'inevitabile scontro con l'assassino
dei suo genitori”

Questa è in poche righe la trama di “Il figlio del cimitero”(Mondadori purtroppo) romanzo di formazione darkeggiante di Neil Gaiman, l'autore della serie culto “Sandman” per la dc comics, e del bellissimo “American Gods”.
Bene adesso vi propongo un gioco riprendete il riassunto iniziale e dopo aver eliminato le parole “abitanti fantastici di un cimitero” sostituitele con quelle “popolazione di maghi nascosta”.
Vi ricorda qualcosa?
Sono sicuro che la parola”Hogwarts” sarà venuta in mente a molti.
Cosciente del fatto che Gaiman si è ispirato direttamente a Kipling e al suo “Libro della Giungla” per questo libro, a mio avviso, mentre è ancora nelle sale l'ultimo capitolo cinematografico del maghetto occhialuto, un paragone con la'opera della Rowling mi risulta naturale.
Ma attenzione non sto tacciando di plagio nessuno, ricordo infatti che già “Harry Potter e la pietra filosofale” alla sua uscita ricordava grandi classici come il già citato “Libro della giungla” o “Tarzan delle scimmie di Burroughs” se mai mi interessava analizzare le differenze nello sviluppo della trama di due scrittori in un qualche modo affini (stessa nazionalità e raccolti nello stesso genere letterario). Differenze non solo superficiali.
Mentre il mago di Hogwarts è luce, il giovane Nobody (questo è il nome del protagonista del libro di N.G.)è decisamente ombra, nell'aspetto, nella natura dei poteri e soprattutto nel carattere.
Anche il rapporto con l'antagonista diverge parecchio, mentre Voldemort a tratti ispira anche pena risultando fondamentalmente una figura da compatire, la nemesi di Nobody è d'una malvagità alienante che ispira solamente un sentimento di vendetta assoluta e liberatrice. Differenza non da poco visto che in fondo l'epilogo delle due opere è strettamente legato allo scontro coi due mavagi.
Quindi Gaiman non ci propone un clone dark, trappola in quale molti altri scrittori sarebbero caduti, anzi crea un romanzo molto personale e tipicamente suo,vedi il rapporto con la morte vista come risolutiva ma non del tutto.
Nel complesso è un libro che consiglio, godibile da lettori di varie età grazie alla raffinata doppia chiave di lettura, ma sinceramente “Mr. Sandman” rende di più in contesti più originali, speriamo sia una parentesi piuttosto che il sintomo di una qualche crisi.